Il disturbo bipolare è una
malattia mentale grave, cronica e ricorrente. Il disturbo, o più precisamente
lo spettro di disturbi che afferisce a questa categoria, costituisce una fonte
importante di morbilità e mortalità ed è in grado di arrecare una grave
compromissione della qualità della vita di chi ne è affetto[1].
La prevalenza dei disturbi
bipolari nella popolazione adulta si avvicina al 4% (Hirschfeld et al., 2003).
Il disturbo è conosciuto fin dall’antichità e i tassi di prevalenza sono simili
in tutti i paesi del mondo, il che dimostra che la patologia non è vincolata ad
aspetti socio-culturali.
Il disturbo bipolare ha una base
genetica. I consanguinei di primo grado delle persone con disturbo bipolare
presentano frequenze più elevate del disturbo e gli studi sui gemelli e sulle
adozioni forniscono dati che depongono decisamente per la presenza di
un'influenza genetica.
I fattori psicologici,
relazionali e comportamentali non possono da soli causare il disturbo ma hanno
un ruolo nel precipitare gli episodi e nell’influenzare l’andamento della
malattia.
Il disturbo bipolare ha un decorso cronico e ricorrente. Ciò significa che dura tutta la vita, anche se non con la stessa gravità e che gli episodi tendono a ripresentarsi nel tempo, anche se non con una costante frequenza.
La gravità del disturbo richiede
un intenso sforzo terapeutico basato su una adeguata farmacoterapia, supportata
da trattamenti mirati di psicoterapia di sostegno (Colom e Vieta, 2006).
Fortunatamente i trattamenti oggi
disponibili si sono dimostrati efficaci nel mantenere compensato il disturbo
bipolare, così che molte persone che in
altre epoche sarebbero vissute emarginate o istituzionalizzate, possono
attualmente condurre una vita normale.
In altre parole, un trattamento adeguato rende possibile, per la
maggior parte dei casi, una vita sociale, familiare e sentimentale adeguata,
con un soddisfacente rendimento lavorativo, come quello di qualsiasi altra
persona non affetta dal disturbo.
Caratteristiche diagnostiche
Lo spettro di disturbi afferenti
all’area bipolare è caratterizzato da ricorrenti episodi di alterazione
dell’umore che causano nelle persone affette disagio clinicamente significativo
e notevole compromissione del funzionamento interpersonale, sociale e/o
lavorativo.
I disturbi bipolari sono distinti
in: Disturbo Bipolare I, Disturbo Bipolare II, Disturbo Ciclotimico e Disturbo
Bipolare non altrimenti specificato. Le differenze sono determinate da
caratteristiche ed alternanza degli episodi di alterazione dell’umore (APA,
2000).
Il Disturbo Bipolare I si
caratterizza essenzialmente per la presenza di uno o più episodi Maniacali o
Misti (spesso alternati ad episodi Depressivi Maggiori).
Il Disturbo Bipolare II presenta un
decorso clinico caratterizzato da uno o più Episodi Depressivi Maggiori, accompagnati
da almeno un Episodio Ipomaniacale.
Il Disturbo Ciclotimico si
caratterizza da un’alterazione
dell’umore cronica, fluttuante, con numerosi periodi con sintomi ipomaniacali e
numerosi periodi con sintomi
depressivi [2].
La categoria Disturbo Bipolare Non Altrimenti Specificato include infine disturbi
con caratteristiche bipolari che, pur arrecando disagio significativo e
compromissione del funzionamento, non soddisfano i criteri per nessuno
specifico Disturbo Bipolare.
Gli Episodi di alterazione
dell’umore
Andamento rappresentativo del Disturbo Bipolare I |
Episodi Maniacali
Un Episodio Maniacale è definito
da un periodo delimitato di tempo (almeno una settimana o anche meno se si
rende necessaria l'ospedalizzazione) nel quale è presenta una marcata
alterazione del tono dell’umore contraddistinta da euforia, espansività o
irritabilità.
Sintomi associati riguardano una
eccessiva autostima o grandiosità (che può arrivare ad assumere caratteristiche
deliranti), un diminuito bisogno di sonno, una maggiore loquacità o una spinta
continua a parlare, fuga delle idee (flusso continuativo e accelerato del
pensiero), distraibilità, aumento dell'attività finalizzata, eccessivo
coinvolgimento in attività ludiche o ad alto rischio di conseguenze dannose,
agitazione psicomotoria.
L'alterazione dell'umore è
sufficientemente grave da causare una marcata compromissione del funzionamento
lavorativo o delle attività socio-relazionali abituali, o da richiedere
l'ospedalizzazione per prevenire danni a sé o agli altri. Possono essere
presenti manifestazioni psicotiche (allucinazioni o idee deliranti).
Episodi Ipomaniacali
Caratteristica degli episodi
ipomaniacali è il predominio di un tono dell’umore elevato, espansivo o
irritabile e dei sintomi propri dell’episodio maniacale che non raggiungono
però un livello di gravità tale da provocare una marcata compromissione in
ambito lavorativo o sociale, nè da richiedere l'ospedalizzazione. In generale,
tutta la sintomatologia tende ad essere più attenuata rispetto a una fase
maniacale e non sono presenti sintomi psicotici.
Episodi Depressivi
Umore depresso e/o perdita di
interesse o di piacere per quasi tutte le attività sono elementi essenziali
della sintomatologia di un episodio depressivo.
L'individuo presenta inoltre almeno
altri quattro sintomi di una lista che include alterazioni dell'appetito o del
peso, del sonno e dell'attività psicomotoria; ridotta energia; sentimenti di
svalutazione o di colpa; difficoltà a pensare, concentrarsi o prendere
decisioni; oppure ricorrenti pensieri di morte o ideazione suicidaria. I sintomi
causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento
sociale, lavorativo, o di altre aree importanti.
L’episodio depressivo nell’ambito
del disturbo bipolare si differenzia tipicamente per alcune caratteristiche da
quello della depressione unipolare. La fase depressiva del disturbo bipolare è
caratterizzata frequentemente dal predominio dell’apatia sulla tristezza,
dell’inibizione psicomotoria sull’ansia e dell’ipersonnia sull’insonnia; nelle
depressioni bipolari l’incidenza di perdita di peso è minore mentre è più
frequente la labilità emotiva e la probabilità di sviluppare sintomi psicotici.
Dal punto di vista epidemiologico, nelle depressioni bipolari l’esordio del
disturbo è più precoce ed è maggiore l’incidenza di episodi post-partum (Colom
e Vieta, 2006).
Episodi Misti
Un Episodio Misto è caratterizzato
da un periodo di tempo (di almeno una settimana) durante il quale risultano
soddisfatti i criteri sia per l'Episodio Maniacale che per l'Episodio Depressivo
Maggiore quasi ogni giorno. L'individuo esperisce rapide alternanze di umore
(tristezza, irritabilità, euforia), accompagnate dai sintomi di un Episodio
Maniacale e di un Episodio Depressivo Maggiore.
I sintomi sono sufficientemente
gravi da causare una marcata compromissione nel funzionamento sociale o
lavorativo o da richiedere l'ospedalizzazione, oppure includono la presenza di
manifestazioni psicotiche.
Il trattamento dei disturbi bipolari
I pazienti bipolari difettano
tipicamente nella consapevolezza della loro malattia. Le persone in fase
maniacale rifiutano le cure e, dopo l’ospedalizzazione, solitamente le
sospendono una volta scomparsi i sintomi.
La terapia farmacologica,
attraverso il principale utilizzo di stabilizzatori dell’umore (Litio) e/o
altri farmaci che si rendano necessari a seconda del caso (anticonvulsivanti ad
azione stabilizzante dell’umore, antipsicotici, ecc…) è di dimostrata efficacia
nel controllo dei sintomi e nella prevenzione delle ricadute.
Per il successo terapeutico è
comunque necessaria la piena collaborazione del paziente che classicamente
tende a negare la malattia, a considerare i sintomi controllabili dalla sola
volontà e/o a non nutrire fiducia nei farmaci.
Per questo principale motivo è
indicato affiancare alla terapia farmacologica un trattamento psicologico di
sostegno, a preminente carattere psicoeducativo, con gli obiettivi di
migliorare la consapevolezza di malattia, sostenere la compliance farmacologica, individuare precocemente i segni
preliminari del viraggio da una condizione all’altra (in modo da permettere una
temporanea modifica della terapia farmacologica), condurre uno stile di vita
regolare, migliorare la capacità di gestione dello stress, le capacità di
soluzione dei problemi e il funzionamento famigliare.
L’obiettivo ultimo di tale
trattamento integrato è il miglioramento significativo del decorso del disturbo
attraverso la riduzione dei sintomi, del numero e della gravità degli episodi
di entrambe le polarità e del numero dei ricoveri per consentire un reale
miglioramento del benessere soggettivo della persona cioè una vita sociale, relazionale
e lavorativa il più possibile soddisfacente.
[1] I disturbi bipolari rappresentano la sesta causa di inabilità lavorativa nel mondo (Lopez e Murray, 1998)
[2] I sintomi ipomaniacali sono
insufficienti per numero, gravità, pervasività o durata per soddisfare i criteri
per un Episodio Maniacale, e i sintomi depressivi sono insufficienti
per numero, gravità, pervasività o durata per soddisfare i criteri per un Episodio Depressivo Maggiore.
Riferimenti bibliografici:
American Psychiatric Association (2000), DSM
IV-TR, Masson
Colom F., Vieta E. (2006), Manuale di Psicoeducazione per il disturbo
bipolare, Fioriti.
Hirschfeld R.M., Calabrese J.R.,
Weissmann M.M., Reed M., Davies M.A., Frye M.A. Keck P.E. jr, Lewis L., McElroy
S.L., McNulty J.P., Wagner K.D. (2003), Screening for bipolar disorder in the
community, The Journal of Clinical Psychiatry, 64, 53-59.
Lopez A.D. e Murray C.J. (1998), The Global Burden of disease, Nature
Medicine, 4, 1241-1243