In contesti istituzionali,
comunitari o di gruppo l’educatore (insegnante, psicologo, educatore
professionale, operatore sociale) è usualmente chiamato a gestire problemi
comportamentali relativi alla riduzione di condotte disfunzionali e allo
sviluppo di comportamenti positivi per l’individuo e desiderabili per il
funzionamento delle dinamiche di gruppo.
Una strada efficace per modificare
il repertorio comportamentale di un individuo consiste nel modificare l’ambiente
introducendo opportuni stimoli in relazione a determinati comportamenti.
Come avviene infatti nella vita di ciascuno di noi, le conseguenze (positive o negative) di tutto ciò che facciamo influenzano l’indirizzo dei nostri comportamenti futuri. Per influenzare un certo comportamento verso una forma desiderata, l’educatore può servirsi di questo principio naturale manipolando intenzionalmente le conseguenze di dati comportamenti.
Come avviene infatti nella vita di ciascuno di noi, le conseguenze (positive o negative) di tutto ciò che facciamo influenzano l’indirizzo dei nostri comportamenti futuri. Per influenzare un certo comportamento verso una forma desiderata, l’educatore può servirsi di questo principio naturale manipolando intenzionalmente le conseguenze di dati comportamenti.
Una conseguenza positiva (piacevole o desiderabile per il soggetto) assume generalmente valore di rinforzo per il comportamento che la precede.
Un rinforzo è uno stimolo o evento che, quando compare subito dopo un
comportamento, incrementa la frequenza di emissione di quel comportamento.
In altri termini, potremmo
considerare un rinforzo come una ricompensa che presentata successivamente a un
dato comportamento aumenta la probabilità che questo comportamento si ripeta.
Vi sono rinforzi incondizionati
(non appresi) o primari (per esempio cibo o acqua) e condizionati o secondari
che acquisiscono proprietà di rinforzo tramite l’associazione con altri
rinforzi (è il caso per esempio del denaro, che gode di proprietà di rinforzo
generalizzato perché associabile con innumerevoli altri rinforzatori [1].)
L’utilizzo della proprietà
associativa dei rinforzi è alla base dei programmi di token economy, una
procedura strutturata basata sui rinforzi condizionati.
In questa procedura i rinforzi
condizionati sono gettoni (tokens) o altri oggetti simbolici stabiliti per
convenzione che uno o più soggetti possono guadagnare e successivamente
scambiare con altri rinforzatori.
In altre parole la token economy
è un contratto educativo con il quale una o più persone pattuisce con
l’educatore che l’accesso a certi rinforzatori (alimenti extra, beni, oggetti,
attività piacevoli, ecc..) avverrà previo pagamento di un certo numero di
gettoni o altri oggetti simbolici. I gettoni si ottengono emettendo determinati
comportamenti previsti dal contratto. Appare evidente che i gettoni hanno la
stessa funzione del denaro e come questi sono dei rinforzatori simbolici e
generalizzati.
Rispetto a metodi di rinforzo
tradizionali questa procedura presenta due vantaggi:
- I gettoni-rinforzo possono essere consegnati immediatamente dopo l’emissione del comportamento auspicato. Ciò è particolarmente importante in quanto diminuire il più possibile il tempo di latenza del rinforzo è essenziale per l’efficacia dello stesso. Lo scambio con gli altri rinforzatori pattuiti avverrà in un secondo momento e ciò permette di aggirare le ovvie difficoltà legate all’impossibilità di avere sempre disponibili i rinforzatori richiesti.
- In contesti di gruppo, in presenza di più soggetti interessati e spesso di più educatori, una procedura strutturata consente maggiore regolarità ed efficacia al programma di rinforzo.
I programmi di token economy sono
stati utilizzati in svariati contesti istituzionali e comunitari come strutture
psichiatriche o per persone con ritardo mentale, istituti di minori a rischio
devianza, contesti scolastici normali (scuole di ogni grado dalla materna
all’università), contesti famigliari normali (per es. per stimolare condotte
positive nei figli), contesti comunitari non istituzionalizzati per incentivare
per esempio la raccolta differenziata o per stimolare comportamenti che
facilitano l’ottenimento di un posto di lavoro in soggetti socialmente
svantaggiati.
L’allestimento di un programma di
token economy prevede orientativamente tre fasi:
a)
Fase di preparazione del programma
b)
Procedure di attuazione
c)
Fasi conclusive
a)
Fase di preparazione del programma
L’allestimento
del programma necessita di una fase preliminare nella quale stabilire i
comportamenti oggetto dell’intervento, una registrazione preliminare di questi
comportamenti, i rinforzi (ricompense) di cui servirsi e il tipo di tokens da
utilizzare. Sia i comportamenti che i rinforzi dipendono strettamente dai
soggetti interessati all’intervento.
Stabilire gli obiettivi
Quali sono gli
obiettivi a cui tende l’intervento? Quali sono i comportamenti positivi che si
vuole sviluppare o incrementare? Per gli educatori di una comunità per persone
con ritardo evolutivo un obiettivo potrebbe essere per esempio “rimanere seduti
a tavola per il tempo della durata del pranzo”.
La scelta
degli obiettivi è legata al tipo di persone e di comportamenti con cui si ha
che fare. Anche nel caso di gruppi omogenei (ed a maggior ragione con gruppi
composti da individui dai comportamenti più eterogenei) sarà spesso necessario
personalizzare obiettivi e regole di rinforzo.
Per una
migliore applicabilità dell’intervento gli obiettivi devono essere chiari e
facilmente condivisibili fra gli operatori e non troppo numerosi, per non
complicare eccessivamente gestione ed efficacia del programma.
Registrare le misurazioni di base
Individuati i
comportamenti bersaglio dell’intervento si dovrebbero rilevare delle
misurazioni di base (pre-intervento) dei comportamenti in oggetto. Questo per
almeno due ragioni: (1) per valutare la reale necessità di impiegare il programma
sui comportamenti stabiliti; il comportamento del soggetto giustifica davvero
gli sforzi derivanti dall’impiego di un tale intervento? (2) a programma
avviato (o concluso) il confronto dei nuovi dati con quelli di base consentirà
di poter valutare obiettivamente l’efficacia dell’intervento.
Scegliere i rinforzi (ricompense)
Il passo
successivo sarà quello di individuare ricompense efficaci che potranno essere
scambiate con i gettoni guadagnati. Perché le ricompense siano efficaci è
necessario che siano realmente tali per i soggetti interessati all’intervento,
cioè realmente desiderabili e appetibili. Il modo migliore di procedere a tale
scopo è, quando possibile, interpellare direttamente i soggetti o in
alternativa compilare una lista di possibili rinforzatori efficaci da cui poi
scegliere.
È importante
scegliere ricompense realisticamente disponibili ma queste non devono
riguardare rinforzatori normalmente a disposizione delle persone o che rientrino
nei diritti o comodità quotidianamente accessibili (per intendersi costituirebbe
una violazione etica mettere in palio uno dei pasti principali o un letto
comodo dove dormire la notte).
Predisporre i tokens
I tokens
dovrebbero essere unici, di dimensioni ridotte, conteggiabili e maneggiabili.
Si possono usare fiches, gettoni, pezzi di carta tipo “assegni” o cartamoneta,
registrazioni su quaderni, ecc… È importante predisporre un numero sufficiente
di tokens all’inizio del programma, anche se naturalmente il loro numero
circolante può essere eventualmente corretto a programma in corso. Prima di
iniziare il programma bisognerà stabilire il valore in gettoni di ciascun
rinforzo o ricompensa, tenendo conto che più una ricompensa piace più gettoni
costerà [2]. Sarà
opportuno inoltre procurarsi accessori come scatole o astucci necessari a
riporre e maneggiare i gettoni.
b)
Procedure di attuazione
La consegna dei gettoni
È importante
che i gettoni vengano consegnati in maniera positiva e visibile immediatamente
dopo una risposta desiderata. La consegna dei gettoni dovrebbe essere
accompagnata da un segno di approvazione amichevole (ad esempio un sorriso). È
importante inoltre che ci si accerti che il soggetto comprenda il motivo per
cui ha ricevuto il gettone.
Tempi e modalità per l’acquisto dei
rinforzatori
Una questione
importante riguarda la frequenza con la quale permettere lo scambio
gettoni-ricompense. È buona regola partire inizialmente con una frequenza più
elevata, per poi decrescere gradualmente nel corso del programma [3]. In
linea generale si può considerare che più il comportamento desiderato è debole
o difficile da emettere e più spesso bisogna effettuare lo scambio con i
gettoni.
Le modalità in
cui effettuare gli scambi/acquisti è, come altri aspetti della token-economy, dipendente
dai soggetti interessati e dal contesto ambientale (strutturale, fisico,
sociale) dove si svolge il programma. Per l’organizzazione dei tempi degli
acquisti, per esempio, ci si può servire di un negozio virtuale, in piccoli
ambienti anche semplicemente costituito da un tavolo o una scatola, per contenere
le ricompense e/o le loro rappresentazioni [4].
Multe
L’impiego di
gettoni fornisce la possibilità di utilizzare multe, in forma di costo della risposta per scoraggiare
comportamenti indesiderati. Quando cioè il soggetto emette un comportamento
inadeguato si può sottrarre un certo numero di gettoni che ha già guadagnato.
Questa procedura è certamente preferibile da un punto di vista etico all’uso di
altre forme punitive. Per non snaturare il programma, l’utilizzo del costo
della risposta all’interno della token economy dovrebbe essere comunque
circoscritto e regolamentato.
Supervisione
Un programma
di token economy necessita di uno o più responsabili che supervisionino
l’andamento della procedura. Nei compiti di supervisione rientrano il
monitoraggio dell’andamento del processo, l’attenzione alla motivazione dello
staff degli operatori, l’individuazione e correzione di errori, la gestione
degli eventuali problemi.
Potenziali problemi
Alcuni dei più
comuni problemi che possono insorgere durante un programma di token economy possono
essere gestiti attraverso opportuna previsione durante la fase di preparazione
del programma. Martin G. e Pear J. (2000) elencano a proposito problemi
relativi a (a) confusione, soprattutto nei primi giorni dall’inizio del
programma, (b) personale insufficiente, (c) “furti” da parte dei soggetti
partecipanti di gettoni o ricompense, (d) utilizzo improprio dei gettoni, (e)
indisponibilità delle ricompense.
c)
Fasi conclusive
La token economy
ha come obiettivo lo sviluppo di comportamenti positivi. L’applicazione del
programma cessa quando questi comportamenti siano diventati abitudinari (auto
rinforzanti) per la persona.
L’interruzione
del programma deve avere carattere di gradualità, percorribile diminuendo
gradualmente la frequenza degli scambi fra gettoni e rinforzi e/o il numero dei
gettoni consegnati all’emissione di ogni comportamento bersaglio.
Considerazioni etiche
Un programma di token-economy
implica l’applicazione sistematica di tecniche di modificazione comportamentale.
Trattandosi di comportamento umano, l’utilizzo del programma può sollevare
alcuni peculiari interrogativi etici.
Gli aspetti più comunemente dibattuti riguardano il tema generale della modifica intenzionale del comportamento altrui, l’artificiosità del programma e il rischio di utilizzo scorretto delle tecniche.
Gli aspetti più comunemente dibattuti riguardano il tema generale della modifica intenzionale del comportamento altrui, l’artificiosità del programma e il rischio di utilizzo scorretto delle tecniche.
Controllo intenzionale del comportamento
Una prima questione etica di
carattere generale si può porre riguardo l’opportunità di esercitare intenzionalmente
forme di controllo sul comportamento di altre persone. In altre parole ci si
può domandare se possa considerarsi eticamente
corretto mettere in atto deliberatamente tecniche collaudate e strutturate al
fine di controllare o influenzare il comportamento altrui.
Come è fuor di dubbio ciò implica un esercizio di potere di persone su altre persone. Occorre tuttavia anche chiedersi se nelle professioni d’aiuto sia possibile realizzare obiettivi terapeutici, educativi o riabilitativi senza esercitare forme di controllo o di intenzionale influenza sul comportamento dell’altro, considerando anche che esistono probabilmente vari modi di esercitare questo tipo di controllo, in forme più o meno esplicite e dissimulate.
Come è fuor di dubbio ciò implica un esercizio di potere di persone su altre persone. Occorre tuttavia anche chiedersi se nelle professioni d’aiuto sia possibile realizzare obiettivi terapeutici, educativi o riabilitativi senza esercitare forme di controllo o di intenzionale influenza sul comportamento dell’altro, considerando anche che esistono probabilmente vari modi di esercitare questo tipo di controllo, in forme più o meno esplicite e dissimulate.
Complessità, artificiosità e restrittività del programma
Un intervento di token economy
definisce quindi una procedura strutturata che si basa su una presentazione di rinforzi
programmata intenzionalmente con lo scopo di incanalare il comportamento verso
forme più funzionali o desiderabili. Tale procedura può sembrare eccessivamente
complessa, artificiosa o restrittiva della libertà dei partecipanti.
La complessità del programma si giustifica col fatto che la sua messa
in atto consegue generalmente a precedenti fallimenti di altre procedure più
semplici e spontanee, certamente preferibili quando si rendano possibili ed
efficaci.
L’artificiosità derivante dalla programmazione intenzionale dei
rinforzi costituisce una fase transitoria verso il passaggio auspicato a
rinforzatori naturali. Come tutti gli interventi infatti, un programma di token
economy ha carattere di provvisorietà e cessa quando i comportamenti bersaglio
individuati siano diventati, in caso di successo, abitudini auto rinforzanti
per i soggetti.
Una qualche forma di restrittività inoltre (vedi anche punto
precedente) è probabilmente insita in ogni tipo di intervento educativo o
riabilitativo. A questo proposito è importante considerare che in un programma
di token economy la modifica dei comportamenti è ricercata attraverso l’utilizzo
del rinforzo positivo e non prevede l’impiego di procedure punitive.
Utilizzi impropri
Come in ogni campo scientifico esiste
la possibilità di fare cattivo uso delle tecniche comportamentali con il
rischio in questo caso di ledere la dignità e/o gli interessi delle persone
oggetto degli interventi.
Per evitare abusi è innanzitutto
necessario dedicare adeguata attenzione alla fase di preparazione del programma
(obiettivi, misurazioni di base, scelta dei rinforzi, selezione e gestione dei
tokens) e ad una corretta predisposizione delle fasi attuative e conclusive.
È opportuno che l’insieme delle
regole di funzionamento del programma sia stilato in forma scritta e condiviso
interamente con gli operatori[5].
Naturalmente, qualora si rivelassero opportune delle variazioni, le regole
iniziali potranno essere modificate in itinere.
Una ulteriore importante
indicazione in direzione di un intervento eticamente corretto riguarda la
registrazione dei dati. L’accurata registrazione dell’andamento del programma facilita
la comunicazione fra gli operatori, permette un controllo sull’efficacia e
rende il programma potenzialmente aperto alla verifica di terzi autorizzati.
[1] In questo articolo i termini rinforzo, rinforzo positivo e rinforzatore sono utilizzati come sinonimi.
[2]
Questa regola generale non è necessariamente rigida e può tener conto di altri
fattori come la disponibilità dei rinforzi (ricompense più facilmente
disponibili potranno costare meno) e soprattutto il loro valore terapeutico o
riabilitativo: una ricompensa che abbia questo valore per il soggetto deve
costare meno in modo da indurre la persona a servirsene maggiormente.
[3] Per i
bambini in età scolare, per esempio, Stainback e coll. (1973) consigliano di
consentire l’acquisto delle ricompense inizialmente una o due volte al giorno
per i primi 3-4 giorni, per poi decrescere gradualmente fino a una volta a
settimana dopo 3-4 settimane dall’inizio del programma.
[4] All’eventuale
uso di rappresentazioni deve naturalmente seguire la presentazione della
ricompensa reale, nel più breve tempo possibile.
[5] Le
persone interessate all’intervento devono aver compreso almeno le parti
essenziali del funzionamento del programma. La comunicazione delle regole terrà
conto ovviamente della tipologia di soggetti.
Riferimenti Bibliografici:
Martin G., Pear J. (2000), Strategie e tecniche per il cambiamento. La via comportamentale, McGraw-Hill
Stainback W.C., Payne J.S., Stainback S.B., Payne R.A. (1973), Establishing a token economy in the classroom, Merril.
Riferimenti Bibliografici:
Ajmone C. (1985), Token Economy,
Psicologia e Scuola, 23, Giunti Barbèra.
Martin G., Pear J. (2000), Strategie e tecniche per il cambiamento. La via comportamentale, McGraw-Hill
Stainback W.C., Payne J.S., Stainback S.B., Payne R.A. (1973), Establishing a token economy in the classroom, Merril.