martedì 31 luglio 2012

I Disturbi Bipolari


Il disturbo bipolare è una malattia mentale grave, cronica e ricorrente. Il disturbo, o più precisamente lo spettro di disturbi che afferisce a questa categoria, costituisce una fonte importante di morbilità e mortalità ed è in grado di arrecare una grave compromissione della qualità della vita di chi ne è affetto[1].

La prevalenza dei disturbi bipolari nella popolazione adulta si avvicina al 4% (Hirschfeld et al., 2003). Il disturbo è conosciuto fin dall’antichità e i tassi di prevalenza sono simili in tutti i paesi del mondo, il che dimostra che la patologia non è vincolata ad aspetti socio-culturali.

Il disturbo bipolare ha una base genetica. I consanguinei di primo grado delle persone con disturbo bipolare presentano frequenze più elevate del disturbo e gli studi sui gemelli e sulle adozioni forniscono dati che depongono decisamente per la presenza di un'influenza genetica.

I fattori psicologici, relazionali e comportamentali non possono da soli causare il disturbo ma hanno un ruolo nel precipitare gli episodi e nell’influenzare l’andamento della malattia.

Il disturbo bipolare ha un decorso cronico e ricorrente. Ciò significa che dura tutta la vita, anche se non con la stessa gravità e che gli episodi tendono a ripresentarsi nel tempo, anche se non con una costante frequenza.

La gravità del disturbo richiede un intenso sforzo terapeutico basato su una adeguata farmacoterapia, supportata da trattamenti mirati di psicoterapia di sostegno (Colom e Vieta, 2006).

Fortunatamente i trattamenti oggi disponibili si sono dimostrati efficaci nel mantenere compensato il disturbo bipolare, così che  molte persone che in altre epoche sarebbero vissute emarginate o istituzionalizzate, possono attualmente condurre una vita normale.

In altre parole, un trattamento adeguato rende possibile, per la maggior parte dei casi, una vita sociale, familiare e sentimentale adeguata, con un soddisfacente rendimento lavorativo, come quello di qualsiasi altra persona non affetta dal disturbo.


Caratteristiche diagnostiche

Lo spettro di disturbi afferenti all’area bipolare è caratterizzato da ricorrenti episodi di alterazione dell’umore che causano nelle persone affette disagio clinicamente significativo e notevole compromissione del funzionamento interpersonale, sociale e/o lavorativo.

I disturbi bipolari sono distinti in: Disturbo Bipolare I, Disturbo Bipolare II, Disturbo Ciclotimico e Disturbo Bipolare non altrimenti specificato. Le differenze sono determinate da caratteristiche ed alternanza degli episodi di alterazione dell’umore (APA, 2000).

Il Disturbo Bipolare I si caratterizza essenzialmente per la presenza di uno o più episodi Maniacali o Misti (spesso alternati ad episodi Depressivi Maggiori).

Il Disturbo Bipolare II presenta un decorso clinico caratterizzato da uno o più Episodi Depressivi Maggiori, accompagnati da almeno un Episodio Ipomaniacale.

Il Disturbo Ciclotimico si caratterizza da un’alterazione dell’umore cronica, fluttuante, con numerosi periodi con sintomi ipomaniacali e numerosi periodi con sintomi depressivi [2].

La categoria Disturbo Bipolare Non Altrimenti Specificato include infine disturbi con caratteristiche bipolari che, pur arrecando disagio significativo e compromissione del funzionamento, non soddisfano i criteri per nessuno specifico Disturbo Bipolare.


Gli Episodi di alterazione dell’umore

Andamento rappresentativo del Disturbo Bipolare I

Episodi Maniacali

Un Episodio Maniacale è definito da un periodo delimitato di tempo (almeno una settimana o anche meno se si rende necessaria l'ospedalizzazione) nel quale è presenta una marcata alterazione del tono dell’umore contraddistinta da euforia, espansività o irritabilità.

Sintomi associati riguardano una eccessiva autostima o grandiosità (che può arrivare ad assumere caratteristiche deliranti), un diminuito bisogno di sonno, una maggiore loquacità o una spinta continua a parlare, fuga delle idee (flusso continuativo e accelerato del pensiero), distraibilità, aumento dell'attività finalizzata, eccessivo coinvolgimento in attività ludiche o ad alto rischio di conseguenze dannose, agitazione psicomotoria.

L'alterazione dell'umore è sufficientemente grave da causare una marcata compromissione del funzionamento lavorativo o delle attività socio-relazionali abituali, o da richiedere l'ospedalizzazione per prevenire danni a sé o agli altri. Possono essere presenti manifestazioni psicotiche (allucinazioni o idee deliranti).

Episodi Ipomaniacali

Caratteristica degli episodi ipomaniacali è il predominio di un tono dell’umore elevato, espansivo o irritabile e dei sintomi propri dell’episodio maniacale che non raggiungono però un livello di gravità tale da provocare una marcata compromissione in ambito lavorativo o sociale, nè da richiedere l'ospedalizzazione. In generale, tutta la sintomatologia tende ad essere più attenuata rispetto a una fase maniacale e non sono presenti sintomi psicotici.

Episodi Depressivi

Umore depresso e/o perdita di interesse o di piacere per quasi tutte le attività sono elementi essenziali della sintomatologia di un episodio depressivo.

L'individuo presenta inoltre almeno altri quattro sintomi di una lista che include alterazioni dell'appetito o del peso, del sonno e dell'attività psicomotoria; ridotta energia; sentimenti di svalutazione o di colpa; difficoltà a pensare, concentrarsi o prendere decisioni; oppure ricorrenti pensieri di morte o ideazione suicidaria. I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo, o di altre aree importanti.

L’episodio depressivo nell’ambito del disturbo bipolare si differenzia tipicamente per alcune caratteristiche da quello della depressione unipolare. La fase depressiva del disturbo bipolare è caratterizzata frequentemente dal predominio dell’apatia sulla tristezza, dell’inibizione psicomotoria sull’ansia e dell’ipersonnia sull’insonnia; nelle depressioni bipolari l’incidenza di perdita di peso è minore mentre è più frequente la labilità emotiva e la probabilità di sviluppare sintomi psicotici. Dal punto di vista epidemiologico, nelle depressioni bipolari l’esordio del disturbo è più precoce ed è maggiore l’incidenza di episodi post-partum (Colom e Vieta, 2006).

Episodi Misti

Un Episodio Misto è caratterizzato da un periodo di tempo (di almeno una settimana) durante il quale risultano soddisfatti i criteri sia per l'Episodio Maniacale che per l'Episodio Depressivo Maggiore quasi ogni giorno. L'individuo esperisce rapide alternanze di umore (tristezza, irritabilità, euforia), accompagnate dai sintomi di un Episodio Maniacale e di un Episodio Depressivo Maggiore.

I sintomi sono sufficientemente gravi da causare una marcata compromissione nel funzionamento sociale o lavorativo o da richiedere l'ospedalizzazione, oppure includono la presenza di manifestazioni psicotiche.


Il trattamento dei disturbi bipolari

I pazienti bipolari difettano tipicamente nella consapevolezza della loro malattia. Le persone in fase maniacale rifiutano le cure e, dopo l’ospedalizzazione, solitamente le sospendono una volta scomparsi i sintomi.

La terapia farmacologica, attraverso il principale utilizzo di stabilizzatori dell’umore (Litio) e/o altri farmaci che si rendano necessari a seconda del caso (anticonvulsivanti ad azione stabilizzante dell’umore, antipsicotici, ecc…) è di dimostrata efficacia nel controllo dei sintomi e nella prevenzione delle ricadute.

Per il successo terapeutico è comunque necessaria la piena collaborazione del paziente che classicamente tende a negare la malattia, a considerare i sintomi controllabili dalla sola volontà e/o a non nutrire fiducia nei farmaci.

Per questo principale motivo è indicato affiancare alla terapia farmacologica un trattamento psicologico di sostegno, a preminente carattere psicoeducativo, con gli obiettivi di migliorare la consapevolezza di malattia, sostenere la compliance farmacologica, individuare precocemente i segni preliminari del viraggio da una condizione all’altra (in modo da permettere una temporanea modifica della terapia farmacologica), condurre uno stile di vita regolare, migliorare la capacità di gestione dello stress, le capacità di soluzione dei problemi e il funzionamento famigliare.

L’obiettivo ultimo di tale trattamento integrato è il miglioramento significativo del decorso del disturbo attraverso la riduzione dei sintomi, del numero e della gravità degli episodi di entrambe le polarità e del numero dei ricoveri per consentire un reale miglioramento del benessere soggettivo della persona cioè una vita sociale, relazionale e lavorativa il più possibile soddisfacente.


 
[1] I disturbi bipolari rappresentano la sesta causa di inabilità lavorativa nel mondo (Lopez e Murray, 1998)
[2] I sintomi ipomaniacali sono insufficienti per numero, gravità, pervasività o durata per soddisfare i criteri per un Episodio Maniacale, e i sintomi depressivi sono insufficienti per numero, gravità, pervasività o durata per soddisfare i criteri per un Episodio Depressivo Maggiore.



Riferimenti bibliografici:

American Psychiatric Association (2000), DSM IV-TR, Masson


Colom F., Vieta E. (2006), Manuale di Psicoeducazione per il disturbo bipolare, Fioriti.

Hirschfeld R.M., Calabrese J.R., Weissmann M.M., Reed M., Davies M.A., Frye M.A. Keck P.E. jr, Lewis L., McElroy S.L., McNulty J.P., Wagner K.D. (2003), Screening for bipolar disorder in the community, The Journal of Clinical Psychiatry, 64, 53-59.

Lopez A.D. e Murray C.J. (1998), The Global Burden of disease, Nature Medicine, 4, 1241-1243