lunedì 3 novembre 2014
RORSCHACH CASI CLINICI - INCONTRI DI SUPERVISIONE
Incontri di supervisione su protocolli Rorschach dedicati a professionisti psicologi, psicoterapeuti, psichiatri o studenti universitari di Psicologia che già utilizzano il Test secondo il metodo di siglatura della Scuola Romana Rorschach e desiderano approfondirne e affinarne la conoscenza.
PROGRAMMAZIONE DIDATTICA
Numero incontri: 8
Numero ore di supervisione: 16
Date:
domenica 9 novembre 2014
domenica 23 novembre 2014
domenica 7 dicembre 2014
domenica 21 dicembre 2014
domenica 11 gennaio 2015
domenica 25 gennaio 2015
domenica 8 febbraio 2015
domenica 22 febbraio 2015
Orario: 20:00 - 22:00
Informazioni e iscrizioni su www.psicoapplicata.org
martedì 15 luglio 2014
Il DSM-5: cosa cambia nella diagnosi dei disturbi mentali
Ogni nuova edizione del manuale
riaccende il dibattito sull’impostazione organizzativa, metodologica, sulle
modifiche apportate e sulle relative implicazioni cliniche, epidemiologiche,
terapeutiche ed etiche.
Del sistema DSM sono noti pregi e
limiti, i primi dovuti sostanzialmente all’aver introdotto un linguaggio comune
basato su dati osservabili in grado di facilitare la comunicazione fra
professionisti e incrementare l’attendibilità diagnostica, i secondi principalmente
legati all’approccio categoriale e all’adozione di criteri politetici che, complessivamente,
lasciano aperti problemi relativi alla validità diagnostica[2].
Considerati limiti e imperfezioni è indubbio che non si possa considerare il DSM come la “Bibbia” della diagnosi dei disturbi mentali, ma allo stesso tempo sarebbe errato ignorarne i meriti. Non vi è dubbio infatti che, focalizzandosi sui dati osservabili, il suo sviluppo abbia sancito un fondamentale progresso permettendo di ovviare al problema di una babele diagnostica fatta di concezioni, termini, descrizioni molto differenti e difficilmente fra loro confrontabili a fini sia clinici che di ricerca.
Considerati limiti e imperfezioni è indubbio che non si possa considerare il DSM come la “Bibbia” della diagnosi dei disturbi mentali, ma allo stesso tempo sarebbe errato ignorarne i meriti. Non vi è dubbio infatti che, focalizzandosi sui dati osservabili, il suo sviluppo abbia sancito un fondamentale progresso permettendo di ovviare al problema di una babele diagnostica fatta di concezioni, termini, descrizioni molto differenti e difficilmente fra loro confrontabili a fini sia clinici che di ricerca.
La prima (DSM-I, 1952) e la
seconda edizione del DSM (DSM-II, 1968) suscitarono poco interesse; fra loro strutturalmente
molto simili, risentivano dell’influenza del pensiero psicoanalitico e
presentavano solo descrizioni brevi e generiche di un numero ridotto di
disturbi con scarsa attendibilità e validità diagnostica.
Il DSM-III (1980) e il DSM III-R
(1987) segnano un cambiamento importante introducendo aspetti innovativi come
l’introduzione di specifici criteri diagnostici e di un sistema valutativo multiassiale.
Il DSM-IV (1994) e il DSM-IV-TR
(2000) sono basati su un maggiore sforzo di analisi della letteratura e dei
dati epidemiologici condotto attraverso la costituzione di appositi gruppi di
lavoro che hanno coinvolto centinaia di professionisti di diversa formazione e
provenienza.
Il DSM-IV-TR ripresenta le
caratteristiche strutturali delle ultime edizioni, nello specifico:
- Segue un approccio diagnostico categoriale che tratta i disturbi come entità qualitativamente separate l’una dall’altra, di impronta descrittiva e ateorica (non fa riferimento a teorie eziologiche o del funzionamento mentale);
- Articola la valutazione su 5 assi: in asse I sono diagnosticati i Disturbi clinici, raggruppati in 14 macro categorie; in asse II i Disturbi di personalità e il Ritardo mentale; in asse III le Condizioni mediche generali; in asse III i problemi psicosociali o ambientali; in asse V una Scala per la valutazione globale del funzionamento.
- Adotta criteri diagnostici basati su un principio politetico, mediante il quale la diagnosi di un disturbo è determinata dal soddisfacimento di un determinato numero-soglia di criteri, generalmente fra loro equivalenti per rilevanza.
Il DSM-5
Annunciato da tempo, l’avvento
del DSM-5 aveva generato molte aspettative riposte sulla possibilità di trovare soluzioni utili per alcuni problemi strutturali del DSM. L’iter di
sviluppo del Manuale è stato - fra proposte, polemiche e revisioni - piuttosto
laborioso.
La decisione di iniziare a
lavorare al DSM-5 fu presa dall’APA nel 1999 attraverso l’avvio di un lavoro di
valutazione dei punti di forza e debolezza del DSM culminato nel 2002 con la
pubblicazione della monografia “A Research Agenda for DSM-V”. Nel 2006 fu
nominata una task force
costituita da 13 gruppi di lavoro. Un lavoro di revisione della letteratura,
analisi dei dati e pubblicazione di report di ricerca ha preceduto lo sviluppo
delle proposte preliminari.
Nel febbraio 2010 viene
ufficialmente pubblicata su Internet[3]
una prima bozza del DSM-5, con la possibilità da parte di pubblico e ricercatori
di inviare commenti o suggerimenti per eventuali modifiche e una seconda bozza esce
a maggio 2011 ancora aperta a cambiamenti.
Fra le novità contenute nella
prima bozza del DSM-5 vi era l’eliminazione di cinque disturbi di personalità
(sostituiti da una valutazione su base dimensionale), l’accorpamento della
Sindrome di Asperger all’interno dei “Disturbi dello spettro autistico”,
l’introduzione di una “Sindrome da rischio psicotico”, l’eliminazione del
sistema multiassiale.
Diverse reazioni estremamente
critiche a questa bozza, hanno costretto l’APA a rivedere alcune modifiche e a
rinviare più volte la pubblicazione, già annunciata per il 2011 e il 2012 e poi
effettivamente avvenuta nel maggio 2013.
Principali cambiamenti nel DSM-5 rispetto al DSM-IV-TR
Rispetto all’ultima versione del
Manuale, il DSM-5 ha
apportato rilevanti modifiche riguardanti l’organizzazione strutturale, le
categorie e i criteri diagnostici [4].
Modifiche organizzative e strutturali
- Organizzazione dei capitoli
Il DSM-5 ha modificato l’organizzazione
dei capitoli al fine di riflettere un approccio basato sull’arco di vita;
il Manuale inizia con i disturbi maggiormente diagnosticati nelle prime fasi
della vita (Disturbi del neurosviluppo) e termina con quelli pertinenti all’età
avanzata (Disturbi neurocognitivi).
- Sistema multiassiale
Una considerevole modifica
riguarda l’abbandono del sistema di valutazione multiassiale, al quale
eravamo abituati dal DSM-III, in quanto giudicato come “non necessario al fine
di effettuare una diagnosi di disturbo mentale”.
- Categoria N.A.S.
Con l’intento di aumentare la
specificità diagnostica la designazione di Disturbo NAS (Non Altrimenti
Specificato) è stata sostituita con due opzioni: Disturbo con altra specificazione e Disturbo senza specificazione, per consentire al clinico di
specificare o meno le caratteristiche di un disturbo che non corrisponde
appieno alla sintomatologia necessaria per entrare nella categoria diagnostica
corrispondente.
- Modifiche in senso dimensionale
Prima dell’uscita del manuale vi
era molta attesa riguardo all’introduzione di modifiche in senso
dimensionale, soprattutto in relazione ai disturbi di personalità, in
risposta alle criticità poste dall’approccio diagnostico categoriale; tuttavia
nella sua versione definitiva il DSM-5 apporta innovazioni in senso
dimensionale molto limitate rispetto alle attese.
Per quanto riguarda i disturbi di
personalità, categorie e criteri sono rimasti invariati rispetto al DSM-IV,
mentre una proposta di approccio dimensionale per i disturbi di personalità è
stata pubblicata nel DSM-5, ma in una sezione separata (la Sezione III) e
indicata come “Modello alternativo” per i disturbi di personalità.
La Sezione III del Manuale
include inoltre delle scale dimensionali di valutazione della gravità dei
sintomi.
All’interno del Manuale il
termine dimensionale viene poi utilizzato con significati diversi da quello
originario e in questo senso il DSM-5 presenta come novità in chiave
dimensionale: 1) l’accorpamento di più disturbi in una categoria più ampia,
come è ad esempio avvenuto per i “disturbi dello spettro dell’autismo”; 2) la
presentazione dei disturbi all’interno del manuale in accordo con quelli che
vengono chiamati fattori internalizzanti e
fattori esternalizzanti [5];
3) gli specificatori quantitativi di gravità dei sintomi elencati all’interno
di alcuni disturbi.
Modifiche nelle categorie e criteri diagnostici
Di seguito esporrò sintenticamente i principali
cambiamenti [6] riguardanti
le categorie diagnostiche, seguendo lo stesso ordine dei
capitoli del DSM-5.
-
Disturbi del neurosviluppo [7]
Questo capitolo
racchiude le seguenti macrocategorie diagnostiche: Disabilità intellettive,
Disturbi della comunicazione, Disturbi dello spettro dell’autismo, Disturbo da
deficit di attenzione/iperattività, Disturbo specifico dell’apprendimento,
Disturbi del movimento, Altri Disturbi del neurosviluppo.
Il termine Ritardo mentale utilizzato nel DSM-IV-TR
è stato sostituito da Disabilità
intellettiva, più comunemente in uso fra pubblico, associazioni e
professionisti.
All’interno
dei Disturbi della comunicazione, il Disturbo
del linguaggio comprende i precedenti Disturbo della Espressione del
Linguaggio e Disturbo Misto della Espressione e della Ricezione del Linguaggio,
il Disturbo fonetico-fonologico sostituisce il Disturbo della fonazione e il Disturbo della fluenza con esordio
nell’infanzia sostituisce la categoria Balbuzie. È stato aggiunto inoltre il Disturbo della comunicazione sociale (pragmatica) una condizione
riferita a persistenti difficoltà nella comunicazione sociale verbale e non
verbale.
Il Disturbo dello spettro dell’autismo
riunisce il disturbo autistico (autismo),
il disturbo di Asperger, il disturbo
disintegrativo dell’infanzia, il disturbo di Rett e il disturbo pervasivo dello
sviluppo NAS, precedentemente descritti nel DSM-IV-TR.
Alcuni
cambiamenti sono stati apportati ai criteri diagnostici del Disturbo da deficit di
attenzione/iperattività: è stata modificata la descrizione dell’età d’esordio
da “alcuni sintomi […] devono essere stati presenti prima dei 7 anni di età” a
“diversi sintomi […] erano presenti
prima dei 12 anni”; sono stati aggiunti degli specificatori di gravità; ora è
permessa una diagnosi in comorbilità con un disturbo dello spettro dell’autismo;
è stata abbassata la soglia sintomatologica per gli adulti.
Il Disturbo specifico dell’apprendimento
unisce le precedenti diagnosi di disturbo
della lettura, disturbo del calcolo, disturbo dell’espressione scritta e
disturbo dell’apprendimento NAS. I deficit nelle aree di lettura,
espressione scritta e calcolo sono codificati con specificatori separati.
Nel DSM-5 sono
compresi i seguenti Disturbi del
movimento: Disturbo dello
sviluppo della coordinazione, Disturbo da movimento stereotipato e Disturbi da
tic (questi ultimi comprendono il disturbo di Tourette, il Disturbo persistente
da tic motori o vocali, il Disturbo transitorio da tic, il Disturbo da tic con
altra specificazione e il Disturbo da tic senza specificazione).
-
Disturbi dello spettro della schizofrenia e
altri disturbi psicotici
Sono stati
operati due cambiamenti al Criterio A per la Schizofrenia: 1) l’eliminazione della nota sui deliri
bizzarri e sulle allucinazioni consistenti
di una voce che continua a commentare il comportamento o i pensieri del
soggetto, o di due o più voci che conversano tra loro; 2) l’aggiunta che almeno
uno dei sintomi del criterio A sia costituito da deliri, allucinazioni o
eloquio disorganizzato. Sono stati inoltre eliminati i sottotipi a causa della
loro insoddisfacente attendibilità e validità.
Per il Disturbo Schizoaffettivo è
richiesto che l’episodio di alterazione dell’umore sia presente “per la maggior
parte della durata totale del disturbo” e non “per una considerevole parte” come
era in precedenza. Sono state aggiunte inoltre varie specificazioni su decorso
e gravità.
Il Disturbo Delirante non richiede
più, nel criterio A, che i deliri non siano bizzarri.
Il DSM-5 non
tratta la Catatonia come una
classe indipendente ma riconosce a) la catatonia associata ad altro disturbo
mentale, b) il disturbo catatonico dovuto ad altra condizione medica e c) la
catatonia senza specificazione.
-
Disturbi Bipolari e disturbi correlati
“Nel DSM-5 il Disturbo Bipolare e disturbi correlati
sono stati separati dai disturbi
depressivi [8]
e sono stati posti tra i capitoli sui Disturbi dello spettro della schizofrenia
e altri disturbi psicotici e i Disturbi depressivi, riconoscendo la loro
posizione come un ponte tra le due classi diagnostiche in termini di
sintomatologia, storia familiare e genetica” [9].
I criteri
diagnostici presentano inoltre modifiche nell’umore, nell’attività e
nell’energia.
-
Disturbi Depressivi
Dichiaratamente
per evitare rischi di sovradiagnosi di disturbo bipolare nei bambini, è stata
inclusa in questo capitolo una nuova categoria diagnostica di Disturbo da disregolazione dell’umore
dirompente, per individui fino a 18 anni che presentano irritabilità
persistente e frequenti episodi di discontrollo comportamentale.
Il Disturbo disforico pre-mestruale,
è stato promosso dall’appendice B (Criteri e assi utilizzabili per ulteriori
studi) del DSM-IV-TR alla Sezione principale del DSM-5.
Il Disturbo depressivo persistente
(Distimia) unisce il Disturbo
depressivo maggiore cronico [10]
e il Disturbo distimico presenti nel
DSM-IV-TR.
Nel Disturbo depressivo maggiore viene eliminato e sostituito con una nota, il
criterio di esclusione riferito al lutto [11].
Sia per i Disturbi Bipolari che per quelli Depressivi sono stati aggiunti nuovi specificatori.
-
Disturbi d’ansia
Il capitolo
sui disturbi d’ansia non comprende più né il disturbo ossessivo-compulsivo (spostato in un nuovo capitolo ad
esso dedicato) né il disturbo post-traumatico
da stress e il disturbo acuto da
stress (spostati nel nuovo capitolo “Disturbi correlati a eventi traumatici
e stressanti”).
Nella Fobia specifica e nella Fobia sociale è stato eliminato
il criterio che prevedeva per gli individui adulti il riconoscimento della loro
ansia come eccessiva o irragionevole ed è stato introdotto un criterio
stabilente che l’ansia debba essere sproporzionata rispetto alla reale minaccia
(tenuto conto del contesto socioculturale); inoltre la durata di sei mesi è
stata estesa anche all’età adulta. Nella Fobia sociale, lo specificatore
“generalizzata” è stato sostituito con “legata solo alla performance”.
Nel DSM-5 il Disturbo di panico e l’Agorafobia non sono più collegati
e rappresentano due categorie diagnostiche separate. È altresì possibile
indicare l’attacco di panico come specificatore di qualsiasi disturbo.
Il capitolo
contiene anche il Disturbo d’ansia di
separazione e il Mutismo
selettivo.
-
Disturbo Ossessivo-compulsivo e disturbi
correlati
Questo nuovo
capitolo comprende le seguenti categorie diagnostiche: Disturbo Ossessivo-compulsivo, Disturbo
da dimorfismo corporeo, Disturbo da
accumulo, Tricotillomania, Disturbo
da escoriazione, Disturbo
Ossessivo-compulsivo e disturbi correlati indotto da sostanze/farmaci, Disturbo Ossessivo-compulsivo e disturbi
correlati indotto da un’altra condizione medica, Disturbo Ossessivo-compulsivo e disturbi correlati con altra
specificazione, Disturbo
Ossessivo-compulsivo e disturbi correlati senza specificazione.
Nel Disturbo Ossessivo-compulsivo sono
stati eliminati due parametri [12]
dalla definizione delle ossessioni (criterio A), ma è stata ampliata la
descrizione del criterio D, relativa alla diagnosi differenziale. Sono stati
aggiunti specificatori sull’insight.
La Tricotillomania (disturbo da strappamento
di peli) è stata spostata in questo capitolo dalla sua precedente
collocazione nel DSM-IV-TR fra i “Disturbi del controllo degli impulsi non classificati
altrove”.
Il Disturbo da dimorfismo corporeo
si trovava nella precedente edizione del manuale all’interno dei Disturbi Somatoformi.
Il Disturbo da accumulo e il Disturbo da escoriazione (stuzzicamento
della pelle) sono due nuove categorie diagnostiche.
-
Disturbi correlati a eventi traumatici estressanti
Il nuovo capitolo dei Disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti racchiude nuove categorie diagnostiche e categorie di disturbi
precedentemente catalogate altrove.
Come si legge
nel nuovo Manuale[13]:
“La collocazione di questo capitolo riflette la stretta relazione tra queste
diagnosi e i disturbi trattati nei capitoli adiacenti sui disturbi d’ansia, il
disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi correlati e i disturbi dissociativi”.
Rispetto al
DSM-IV-TR sono stati significativamente ristrutturati i criteri per il Disturbo da stress acuto e per il
Disturbo da stress post-traumatico.
La diagnosi
del DSM-IV-TR di Disturbo Reattivo
dell’Attaccamento era collocata fra i “Disturbi Solitamente Diagnosticati
per la Prima Volta nell’Infanzia, nella Fanciullezza o nell’Adolescenza” e
prevedeva due sottotipi: inibito e disinibito. Nel DSM-5, questi due sottotipi
sono diventati due diagnosi distinte: Disturbo
reattivo dell’attaccamento e Disturbo
da impegno sociale disinibito.
Il capitolo
comprende la categoria dei Disturbi
dell’adattamento, precedentemente collocata in un capitolo a parte.
-
Disturbi Dissociativi
All’interno
dei Disturbi dissociativi del DSM-5
la derealizzazione è stato inclusa nel nome e nei sintomi di ciò che
precedentemente era definito Disturbo di
depersonalizzazione e che ora si chiama Disturbo
di depersonalizzazione/derealizzazione.
La Fuga dissociativa è ora uno
specificatore dell’Amnesia
dissociativa e non una categoria diagnostica separata.
Sono stati
modificati i criteri per il Disturbo
dissociativo dell’identità.
-
Disturbo da sintomi somatici e disturbi
correlati
I Disturbi somatoformi del DSM-IV-TR sono stati
riorganizzati e ridefiniti nel DSM-5 come Disturbi
da sintomi somatici e disturbi correlati e hanno incontrato
significative modifiche.
I cambiamenti
sono stati giustificati con la necessità di ridurre le sovrapposizioni
diagnostiche dovute a insufficiente chiarezza dei confini fra i disturbi e di
migliorare l’utilità per i medici non psichiatri che più spesso si trovano ad
intercettare questi pazienti e per i quali le diagnosi dei disturbi somatoformi
contenute nel DSM-IV-TR risultavano problematiche da capire e usare.
Nel DSM-5 sono state eliminate le diagnosi di Disturbo di somatizzazione, Ipocondria, Disturbo
algico e Disturbo somatoforme indifferenziato.
Le precedenti diagnosi
di Disturbo di somatizzazione e Disturbo somatoforme indifferenziato sono
state incorporate nella nuova categoria del Disturbo da sintomi somatici.
Gli individui che ricevevano diagnosi di Ipocondria con nessuno o lievi sintomi somatici, riceverebbero una
diagnosi di Disturbo da ansia di
malattia.
Sono stati modificati i criteri per il Disturbo di conversione sottolineando l’importanza
dell’esame neurologico ed eliminando il riferimento ai fattori psicologici
(spostato fra gli specificatori).
Categorie
contenute in questo capitolo sono inoltre Fattori psicologici che influenzano una
condizione medica, precedentemente elencata in “Altre
condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica” e il Disturbo fittizio che nel
DSM-IV-TR aveva una collocazione a parte.
-
Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione
Questo
capitolo contiene in parte disturbi che si trovavano nel paragrafo Disturbi
della Nutrizione e dell’Alimentazione dell’Infanzia o della Prima Fanciullezza
del capitolo del DSM-IV-TR “Disturbi
Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell’Infanzia, nella Fanciullezza
o nell’Adolescenza”, come Pica
e il Disturbo di ruminazione;
La categoria del DSM-IV-TR relativa al Disturbo della nutrizione dell’Infanzia o
della prima fanciullezza è
stata rinominata in Disturbo
evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo.
I criteri per
la diagnosi di Anoressia nervosa
sono stati ristrutturati, è stato eliminato il criterio dell’amenorrea e
aggiunti specificatori di gravità basati sul valore dell’Indice di Massa
Corporea.
Nella Bulimia nervosa è stato
modificato il criterio relativo alla frequenza di abbuffate e condotte
compensatorie, portando da due a una volta a settimana la soglia minima
necessaria per la diagnosi.
Il Disturbo da binge-eating era in
precedenza contenuto nell’appendice B (criteri ed assi utilizzabili per
ulteriori studi) del DSM-IV-TR con il nome di Disturbo da alimentazione incontrollata.
-
Disturbi dell’evacuazione
Questi
disturbi in precedenza contenuti del capitolo del DSM-IV-TR “Disturbi
Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell’Infanzia, nella Fanciullezza
o nell’Adolescenza” hanno ora una classificazione indipendente.
-
Disturbi del sonno-veglia
Le diagnosi
del DSM-IV-TR di disturbo del sonno
correlato ad altro disturbo mentale e disturbo
del sonno dovuto a una condizione medica generale sono state eliminate.
La diagnosi di
insonnia primaria è stata ridefinita disturbo da insonnia. I disturbi del sonno correlati alla
respirazione sono stati suddivisi in disturbi distinti e sono stati
ristrutturati i disturbi circadiani
del ritmo sonno-veglia.
Sono stati
introdotte le categorie disturbo
comportamentale del sonno rem e sindrome
delle gambe senza riposo.
-
Disfunzioni sessuali
Sono state
aggiunte delle categorie diagnostiche specifiche per il genere.
Con l’intento di migliorare la precisione
per quanto riguarda i criteri di durata e gravità e ridurre
il rischio di errate diagnosi, tutti le categorie di disfunzioni sessuali (ad
eccezione della disfunzione sessuale indotta
da sostanze/farmaci) ora richiedono
una durata minima di circa 6 mesi
e criteri di
gravità più precisi.
-
Disforia di genere
La Disforia di genere è una nuova
classe diagnostica del DSM-5. Sono stati strutturati criteri separati per 1)
bambini e 2) adolescenti e adulti. Viene enfatizzato il fenomeno
dell’”incongruenza di genere” anziché dell’identificazione con il sesso
opposto.
- Disturbi da comportamento dirompente, del
controllo degli impulsi e della condotta
Questo nuovo
capitolo del Manuale riunisce disturbi precedentemente compresi nei capitoli “Disturbi
Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell’Infanzia, nella Fanciullezza
o nell’Adolescenza” e “Disturbi del controllo degli impulsi non classificati
altrove” racchiudendo disturbi tutti caratterizzati da problemi di autocontrollo
delle emozioni e dei comportamenti; a causa della stretta associazione con il
disturbo della condotta, il disturbo antisociale di personalità è presente sia
in questo capitolo che in quello sui disturbi di personalità.
Questo
capitolo del Manuale contiene: Disturbo
oppositivo provocatorio; Disturbo esplosivo intermittente; Disturbo
della condotta; Disturbo antisociale di personalità; Piromania; Cleptomania;
Disturbo da comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della
condotta con altra specificazione; Disturbo da comportamento dirompente,
del controllo degli impulsi e della condotta senza specificazione.
-
Disturbi correlati a sostanze e disturbi da
addiction
Il capitolo
sui Disturbi correlati a sostanze del
DSM-IV-TR è stato ampliato e comprende ora il disturbo da gioco d’azzardo.
Un altro
cambiamento consiste nel fatto che il DSM-5 non separa le diagnosi di abuso e dipendenza da sostanze. Sono presenti diagnosi per disturbo da uso,
intossicazione, astinenza, altri disturbi indotti e correlati senza
specificazione (a sostanze).
Relativamente
ai criteri, è stato eliminato il criterio riferito ai problemi legali
ricorrenti collegati alla sostanza e aggiunto un nuovo criterio: craving, o forte desiderio o spinta
all’uso di una sostanza.
Sono stati
aggiunti due nuovi disturbi: Astinenza
da cannabis e astinenza da
caffeina (quest’ultimo presente nell’appendice B del DSM-IV-TR,
“Criteri e assi utilizzabili per nuovi studi”).
-
Disturbi neurocognitivi
Le diagnosi
del DSM-IV-TR di demenza e disturbo amnestico sono comprese nella nuova
categoria di Disturbo neurocognitivo
maggiore (DNC). Nel DSM-5 è riconosciuto un livello di compromissione
cognitiva meno grave, il DNC lieve.
Le categorie diagnostiche sono state ristrutturate.
-
Disturbi di personalità
I Disturbi di
personalità nel DSM-5 non sono cambiati rispetto a quelli del DSM-IV-TR.
Nella sezione
III (Proposte di nuovi modelli e strumenti di valutazione) del DSM-5 è stato
inserito un “Modello alternativo” per i disturbi di personalità sviluppato in
risposta ai numerosi problemi diagnostici posti dall’approccio attuale.
Il “Modello
alternativo del DSM-5 per i disturbi di personalità” ridefinisce i criteri
generali per la diagnosi di disturbo di personalità e presenta sei disturbi
specifici di personalità (antisociale,
evitante, borderline, narcisisistico, ossessivo-compulsivo, schizotipico)
con criteri ristrutturati in base al nuovo modello, contempla la diagnosi di disturbo di personalità tratto-specifico
che sostituisce di fatto la categoria NAS risultando clinicamente più
informativa.
Questo
approccio innovativo pone una maggiore enfasi dimensionale sul funzionamento
della personalità presentando una Scala
del Livello di funzionamento della personalità e un modello multidimensionale di tratto che permette di focalizzare
l’attenzione su molteplici aree significative della personalità consentendo
l’acquisizione di informazioni clinicamente più utili a prescindere dalla
diagnosi o meno di un disturbo.
-
Disturbi parafilici
Pur senza modifiche
alla struttura di base dei criteri diagnostici, nel DSM-5 viene più chiaramente
posta distinzione fra parafilia e disturbo parafiliaco. Un disturbo
parafilico è una parafilia che sta attualmente causando disagio o
compromissione all’individuo o la cui soddisfazione implica danno personale, o
rischio di danno, per gli altri. Una parafilia è condizione necessaria ma non
sufficiente per diagnosticare un disturbo parafiliaco.
Questo
capitolo contiene le categorie: disturbo
voyeuristico, disturbo esibizionistico,
disturbo frotteuristico, disturbo da masochismo sessuale, disturbo da sadismo sessuale, disturbo pedofilico, disturbo feticistico, disturbo da travestitismo, disturbo parafilico con altra
specificazione, disturbo
parafilico senza specificazione.
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American
Psychiatric Association (2001), DSM-IV-TR, Manuale diagnostico e
statistico dei disturbi mentali - Text Revision, Masson, Milano - See
more at:
http://www.ansia-psicoterapia.it/ansia-bibliografia.html#sthash.O3YMmWAm.dpuf
American
Psychiatric Association (2001), DSM-IV-TR, Manuale diagnostico e
statistico dei disturbi mentali - Text Revision, Masson, Milano - See
more at:
http://www.ansia-psicoterapia.it/ansia-bibliografia.html#sthash.O3YMmWAm.d
[1] American Psychiatric Association (2014), Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta edizione, DSM-5, trad. it. Raffaello Cortina editore
[2] Fra le conseguenze poco piacevoli di tale impostazione vi sono l’allontanamento dalla realtà clinica dei pazienti, problemi di “copertura” diagnostica che costringono ad uno spropositato ricorso all’etichetta N.A.S., l’elevata comorbidità (presenza simultanea di più diagnosi nello stesso paziente); a ciò si aggiunga una certa proliferazione di categorie diagnostiche che arreca il rischio di patologizzare e medicalizzare “normali” difficoltà o condizioni esistenziali.
[3] al sito http://www.dsm5.org
[4] Da notare anche due modifiche terminologiche, la prima riguardante il titolo "DSM-5" che utilizza la numerazione araba anzichè quella romana adottata nelle precedenti edizioni; la seconda apportata nella frase "condizione medica generale" che viene sostituita nel DSM-5 con "un'altra condizione medica", dove rilevante per tutti i disturbi.
[5] “L’aver collocato uno vicino all’altro i disturbi internalizzanti caratterizzati da umore depresso, ansia e sintomi fisiologici e cognitivi a essi correlati, dovrebbe incoraggiare lo sviluppo di nuovi approcci diagnostici, inclusi gli approcci dimensionali, e anche facilitare l’identificazione di marker biologici. Allo stesso modo, la vicinanza dei disturbi del gruppo esternalizzante, che include quei disturbi che mostrano comportamenti antisociali, alterazioni della condotta, addiction e disturbi del controllo degli impulsi, dovrebbero incoraggiare il progresso nelle identificazione delle diagnosi, dei marker e dei meccanismi sottostanti”. American Psychiatric Association (2014), Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta edizione, DSM-5, Raffaello Cortina editore, p.15.
[6] Una esposizione più dettagliata dei cambiamenti rispetto al DSM-IV-TR è consultabile a questo indirizzo web: http://www.psychiatry.org/dsm5 ; Per un contributo critico vedi Migone P., Riflessioni sul DSM-5, consultabile on line a questo indirizzo: http://www.osservatoriopsicologia.com/2013/09/21/riflessioni-sul-dsm-5-paolo-migone/
[7] Questo capitolo prende il posto del precedente “Disturbi Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell’Infanzia, nella Fanciullezza o nell’Adolescenza” del DSM-IV-TR, includendone parte dei disturbi. Altri disturbi del precedente capitolo sono stati spostati in capitoli a parte. Il capitolo include inoltre la Disabilità intellettiva, precedentemente Ritardo mentale che veniva diagnosticato in asse II.
[8] Nel DSM-IV-TR i Disturbi Bipolari erano, con i Disturbi Depressivi, inseriti nel capitolo dei Disturbi dell’Umore.
[9] American Psychiatric Association (2014), Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta edizione, DSM-5, Raffaello Cortina editore, p.143.
[10] Disturbo Depressivo maggiore con specificazione di cronicità nel DSM-IV-TR
[11] Questo il testo del criterio contenuto nel DSM-IV-TR ed eliminato nel DSM-5: “I sintomi non sono meglio giustificati da Lutto, cioè, dopo la perdita di una persona amata, i sintomi persistono per più di 2 mesi o sono caratterizzati da una compromissione funzionale marcata, autosvalutazione patologica, ideazione suicidaria, sintomi psicotici o rallentamento psicomotorio”.
[12] Dal criterio A nel DSM-IV-TR: Presenza di Ossessioni o compulsioni. Ossessioni come definite da 1), 2), 3) e 4): 1) pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti, vissuti, in qualche momento nel corso del disturbo, come intrusivi o inappropriati e che causano ansia o disagio marcati; 2) i pensieri, gli impulsi, o le immagini non sono semplicemente eccessive preoccupazioni per i problemi della vita reale; 3) la persona tenta di ignorare o di sopprimere tali pensieri, impulsi o immagini, o di neutralizzarli con altri pensieri o azioni; 4) la persona riconosce che i pensieri, gli impulsi, o le immagini ossessivi sono un prodotto della propria mente (e non imposti dall’esterno come nell’inserzione del pensiero). Nel DSM-5 sono stati eliminati i punti 2) e 4).
[13] American Psychiatric Association (2014), Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta edizione, DSM-5, Raffaello Cortina editore, p.307.
Riferimenti bibliografici e sitografici:
American Psychiatric Association (2000), Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quarta edizione, text revision, DSM-IV-TR, tr. italiana, Masson, Milano, 2002
[2] Fra le conseguenze poco piacevoli di tale impostazione vi sono l’allontanamento dalla realtà clinica dei pazienti, problemi di “copertura” diagnostica che costringono ad uno spropositato ricorso all’etichetta N.A.S., l’elevata comorbidità (presenza simultanea di più diagnosi nello stesso paziente); a ciò si aggiunga una certa proliferazione di categorie diagnostiche che arreca il rischio di patologizzare e medicalizzare “normali” difficoltà o condizioni esistenziali.
[3] al sito http://www.dsm5.org
[4] Da notare anche due modifiche terminologiche, la prima riguardante il titolo "DSM-5" che utilizza la numerazione araba anzichè quella romana adottata nelle precedenti edizioni; la seconda apportata nella frase "condizione medica generale" che viene sostituita nel DSM-5 con "un'altra condizione medica", dove rilevante per tutti i disturbi.
[5] “L’aver collocato uno vicino all’altro i disturbi internalizzanti caratterizzati da umore depresso, ansia e sintomi fisiologici e cognitivi a essi correlati, dovrebbe incoraggiare lo sviluppo di nuovi approcci diagnostici, inclusi gli approcci dimensionali, e anche facilitare l’identificazione di marker biologici. Allo stesso modo, la vicinanza dei disturbi del gruppo esternalizzante, che include quei disturbi che mostrano comportamenti antisociali, alterazioni della condotta, addiction e disturbi del controllo degli impulsi, dovrebbero incoraggiare il progresso nelle identificazione delle diagnosi, dei marker e dei meccanismi sottostanti”. American Psychiatric Association (2014), Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta edizione, DSM-5, Raffaello Cortina editore, p.15.
[6] Una esposizione più dettagliata dei cambiamenti rispetto al DSM-IV-TR è consultabile a questo indirizzo web: http://www.psychiatry.org/dsm5 ; Per un contributo critico vedi Migone P., Riflessioni sul DSM-5, consultabile on line a questo indirizzo: http://www.osservatoriopsicologia.com/2013/09/21/riflessioni-sul-dsm-5-paolo-migone/
[7] Questo capitolo prende il posto del precedente “Disturbi Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell’Infanzia, nella Fanciullezza o nell’Adolescenza” del DSM-IV-TR, includendone parte dei disturbi. Altri disturbi del precedente capitolo sono stati spostati in capitoli a parte. Il capitolo include inoltre la Disabilità intellettiva, precedentemente Ritardo mentale che veniva diagnosticato in asse II.
[8] Nel DSM-IV-TR i Disturbi Bipolari erano, con i Disturbi Depressivi, inseriti nel capitolo dei Disturbi dell’Umore.
[9] American Psychiatric Association (2014), Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta edizione, DSM-5, Raffaello Cortina editore, p.143.
[10] Disturbo Depressivo maggiore con specificazione di cronicità nel DSM-IV-TR
[11] Questo il testo del criterio contenuto nel DSM-IV-TR ed eliminato nel DSM-5: “I sintomi non sono meglio giustificati da Lutto, cioè, dopo la perdita di una persona amata, i sintomi persistono per più di 2 mesi o sono caratterizzati da una compromissione funzionale marcata, autosvalutazione patologica, ideazione suicidaria, sintomi psicotici o rallentamento psicomotorio”.
[12] Dal criterio A nel DSM-IV-TR: Presenza di Ossessioni o compulsioni. Ossessioni come definite da 1), 2), 3) e 4): 1) pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti, vissuti, in qualche momento nel corso del disturbo, come intrusivi o inappropriati e che causano ansia o disagio marcati; 2) i pensieri, gli impulsi, o le immagini non sono semplicemente eccessive preoccupazioni per i problemi della vita reale; 3) la persona tenta di ignorare o di sopprimere tali pensieri, impulsi o immagini, o di neutralizzarli con altri pensieri o azioni; 4) la persona riconosce che i pensieri, gli impulsi, o le immagini ossessivi sono un prodotto della propria mente (e non imposti dall’esterno come nell’inserzione del pensiero). Nel DSM-5 sono stati eliminati i punti 2) e 4).
[13] American Psychiatric Association (2014), Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta edizione, DSM-5, Raffaello Cortina editore, p.307.
Riferimenti bibliografici e sitografici:
American Psychiatric Association (2000), Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quarta edizione, text revision, DSM-IV-TR, tr. italiana, Masson, Milano, 2002
American Psychiatric Association (2014), Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta edizione, DSM-5, trad. italiana, Raffaello Cortina editore
American Psychiatric Association (2013), Highlight of changes from DSM-IV-TR to DSM-5, http://www.psychiatry.org/dsm5
Aragona M. (2013), Il DSM-5: un ponte che reggerà?, http://www.psychomedia.it/pm/modpsy/psydiag/aragona.htm
Lingiardi V. (2009), Il DSM: future direzioni, in Dazzi N., Lingiardi V., Gazzillo F. (a cura di) (2009), La diagnosi in psicologia clinica, Raffaello Cortina.
Migone P. (1995), Alcuni problemi della diagnosi in psichiatria, Il Ruolo Terapeutico, 70: 28-31 (web: http://www.psychomedia.it/pm/modther/probpsiter/ruoloter/rt70-95.htm)
Migone P. (2013), Aspettando il DSM-5, Il Ruolo Terapeutico, 122: 69-78 (web: http://www.psychomedia.it/pm/modther/probpsiter/ruoloter/rt122-13.htm)
martedì 18 marzo 2014
Corso di Formazione sul test di Rorschach (4a edizione)
Al via la 4a edizione del corso di formazione sul test psicodiagnostico di Rorschach del quale sono docente.
Il Corso in modalità E-Learning (videoconferenza diretta) è accreditato dalla Scuola Romana Rorschach, riconosce gli iscritti
come Soci Allievi dell´Istituto e consente l´accesso all´esame finale di
attestazione della competenza acquisita al pari del classico corso
biennale d´aula.
Informazioni ed iscrizioni su www.psicoapplicata.org
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